Economia, ancora segnali negativi da UE e Italia

Non arrivano notizie incoraggianti dall'economia, tanto europeo quanto italiano. Il quadro generale infatti manifesta ancora segnali di debolezza diffusa.

Poca fiducia nella economia UE

economiaIn mattinata infatti è stato reso noto l'indice che misura la fiducia degli investitori nella zona euro (a cura del gruppo di ricerca Sentix), che a ottobre è sceso al livello più basso da oltre 6 anni. Il dato sulla fiducia nell'economia UE misura infatti -16,8, in calo rispetto al -11,1 di settembre e più basso delle previsioni. Si tratta del livello più basso dall’aprile 2013. Le misure di stimolo adottate dalle banche centrali, non sembrano quindi essere state capaci di arginare i timori di recessione. Anche le prospettive economiche degli investitori hanno subito un colpo, con il sottoindice relativo in calo a -18,0 da -12,8 del mese precedente.

Italia debole

Ma anche sul fronte italiano l'economia desta forti preoccupazioni. L'indicatore che anticipa l'andamento dell'economia per i prossimi mesi, infatti è rimasto negativo, suggerendo che quella della fase di debolezza dei livelli produttivi sta andando avanti. Secondo l'Istat, la "revisione dei conti economici ha lievemente modificato il profilo del Pil che ora evidenzia un marginale incremento congiunturale sia nel primo sia nel secondo trimestre (+0,1%). Tuttavia, a luglio, l'indice della produzione industriale ha registrato la seconda flessione congiunturale consecutiva", afferma l'Istat.

Confindustira: "rischio recessione"

Un altro allarme è stato lanciato dal Centro studi di Confindustria, che rimarca come l'Italia sia ancora sulla soglia della crescita zero, rischiando di cadere in recessione in caso di nuovi shock. Nella sua analisi sullo stato di salute della nostra economia, Confindustria parla di una "Italia in bilico tra ripresa e recessione". Viene inoltre evidenziato come il Pil crescerebbe dello 0,4% se "l'aumento delle imposte indirette venisse annullato e finanziato interamente a deficit". Da qui la proposta di ampliare la platea dei beneficiari del 'bonus 80 euro' ai lavoratori dipendenti incipienti e di allineare all'aliquota del primo scaglione Irpef anche il secondo scaglione.