Posti di lavoro, sfruttando a dovere il green deal se ne possono creare 500mila in pochi anni

Alcuni settori dell'economia potrebbero essere adeguati, regalandoci un beneficio di circa mezzo milione di posti di lavoro nei prossimi dieci anni. E' questo il dato di sintesi di uno studio condotto da Confindustria ed Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie) sulle opportunità dell'economia green.

Green deal e posti di lavoro

posti di lavoro green dealI nuovi posti di lavoro nascerebbero da questo "green deal", ovvero da processo di decarbonizzazione che caratterizzerà il pianeta nei prossimi anni, lasciando il posto alle energie rinnovabili. La riduzione dell'utilizzo di combustibili fossili, porterà ad una riduzione dei corrispondenti rifiuti, mentre aumenteranno quelli per lo smaltimento di turbine, moduli fotovoltaici, pompe di calore e batterie. Ed è proprio qui che entrerebbero in gioco le nuove competenze, le nuove figure specializzate in grado di gestire questa nuova frontiera.

 

Secondo alcune stime, gli attuali costi di esportazione dei rifiuti all’estero potrebbero essere compensati investendo in tecnologie ed innovazioni di energy recovery. In pratica quello che si spende oggi per portare i rifiuti all'estero, domani potremmo farlo da soli generando anche posti di lavoro e benefici ambientali. Si prenda il caso della pirolisi, ovvero quel processo che trasforma la plastica non riciclabile in energia. Con una tonnellata si possono ottenere circa 800 litri di carburante, spendendo un terzo rispetto a un combustibile fossile.

Italia ancora indietro

Le opportunità della green economy sono molteplici, come i benefici possibili in termini di posti di lavoro. Tuttavia, l'Italia è in ritardo sugli investimenti. Servono politiche di incentivo e norme adeguate, perché altrimenti di quel mezzo milione di posti in più, se ne potrebbe creare soltanto un decimo. Le aziende continuano infatti a fare conti con le tradizionali difficoltà del mercato italiano: eccesso di burocrazia, difficoltà di accesso al credito, carenza di competenza e regolamentazioni.