Prezzi al consumo, i generi alimentari come frutta e verdura hanno impennato durante il lockdown

Tra le conseguenze di questi due mesi di lockdown, c'è anche l'impennata di molti prezzi al consumo di generi alimentari. Basta mettere a confronto uno scontrino di gennaio con quello di questi giorni per evidenziarlo. Frutta e verdura - forse perché contengono le vitamine consigliate anche dall’Istituto superiore di sanità - sono arrivati a rincari medi tra 5 e 8%.

L'accelerata dei prezzi al consumo

prezzi al consumoIn generale l'accelerazione dei prezzi al consumo riguarda non soltanto gli alimenti, ma anche altri settori. Come ad esempio nei prodotti per la cura della casa e persona. Questo trend non ha differenze geografiche. Ha coinvolto tanto il Nord quanto il Sud e le isole. Né ci sono differenze tra piccoli esercizi e grande distribuzione. L’andamento è in contrasto con l’inflazione, che ad aprile su base tendenziale si è azzerata.

Frutta e verdura impennano

Riguardo i singoli prezzi al consumo, secondo Coldiretti gli incrementi sono frutto della corsa fatta soprattutto a inizio quarantena. Quando si è scatenato il panico da "fine del  mondo". E anche della chiusura dei negozi e della "caccia di vitamine" nella convinzione di aiutare a rafforzare il sistema immunitario. La gente ha accumulato scorte su scorte, riducendo la disponibilità di merci e prodotti, e alimentando la crescita speculativa dei prezzi al consumo.

 

La frutta è cresciuta dell'8,4%, la verdura si ferma a +5%. Sono cresciuti anche latte (+4,1%) e salumi (+3,4%). Gli aumenti però riguardano praticamente tutti i generi alimentari: pesce surgelato (+4,2%), pasta (+3,7%), piatti pronti (+2,5%), burro (+2,5%), formaggi (+2,4%), zucchero (+2,4%), alcolici (+2,1%), carni (+2%) e acqua (+2,6%).

La crescita della spesa alimentare

L'effetto Covid non solo si è sentito sui prezzi al consumo, ma più in generale sulle dimensioni dei nostri carrelli per la spesa. Secondo il report dei consumi di Ismea, la nostra spesa è salita alimentare del 7%. Si tratta della variazione più forte degli ultimi dieci anni. Alcuni prodotti come le uova, hanno raggiunto cifre vendite record. Una crescita sostanziosa l'hanno avuta i prodotti confezionati a largo consumo (+9,7%), perché soprattutto all'inizio dell'emergenza s'è fatta scorta di prodotti a lunga conservazione. Nel solo mese di marzo le vendite per i prodotti confezionati hanno registrato incrementi del 20%.

 

Il problema di questi incrementi, che saranno temporanei, è che hanno colpito molte famiglie proprio nel momento di maggiore difficoltà. Ricordiamo che il lockdown ha creato 3 milioni di nuovi poveri in Italia. Persone che hanno perso il lavoro, che si trovano in cassa integrazione, che non riescono a far fronte alle spese quotidiane.