Fisco, passata l'emergenza Covid può ripartire il piano controlli serrati

L'emergenza Covid ha rallentato un processo di forti controlli, che era stato programmato dal Fisco italiano. Adesso però che la morsa dell'emergenza si è allentata, la tregua può finire.

Il Fisco affila le armi

fisco e evasione L'Agenzia delle Entrate ha così ricominciato a predisporre il piano per le nuove verifiche fiscali. L'obiettivo del Governo è quello di stanare il maggior numero possibile di evasori, affilando gli artigli per i controlli. Era stato posto come obiettivo ragionevole quello dei 7 miliardi di euro di gettito aggiuntivo. Il Fisco avrà un discreto spazio di manovra per ficcare il naso un po' ovunque.

Il problema della evasione

Del resto il problema dell'evasione fiscale è drammaticamente grosso in Italia. Secondo gli ultimi dati, l'evasione raggiunge i 109,67 miliardi mentre l'economia sommersa arriva a 192 miliardi. Al Fisco vengono a mancare circa 32 miliardi di Irpef, quasi 38 di Iva (su un totale che dovrebbe incassare di 137), 8,1 di Irse, 5,5 di Irap, poco meno di 5 di Imu e 8,6 miliardi di contributi che dovevano versare i datori di lavoratori. E poi 2 miliardi di accise e 655 milioni di imposte sugli affitti in meno. Se sommiamo tutti questi soldi, arriviamo quasi all'importo che l'Italia vorrebbe ottenere dalla UE come sostegno per l'emergenza Covid.

Nella morsa del Fisco

Due provvedimenti che avevano lo scopo di combattere l'evasione, come la "lotteria dello scontrino" e la introduzione piena dello "scontrino elettronico", sono stati rinviati di alcuni mesi. Vedranno la luce soltanto a partire dal prossimo anno. Va detto in proposito che una misura analoga introdotta per le partite IVA  - ovvero la fatturazione elettronica - ha funzionato bene, visto che da quando è entrata a regime lo scorso anno, ha fruttato 4 miliardi di gettito Iva in più. Allargare il meccanismo anche ai negozianti potrebbe funzionare. Del resto è proprio l'Iva una delle voci più grosse in quanto a evasione.

Il rapporto con le banche

La grande novità è quanto il Fisco potrà ficcare il naso nei nostri rapporti con le banche. Queste ultime dovranno segnalare ogni operazione che superi il tetto dei 10mila euro. Inoltre il Fisco potrà - tramite un algoritmo - scandagliare giacenze sui conti correnti e sui depositi, bonifici in entrata e in uscita, versamenti, insomma qualunque tipo di operazione che abbiamo fatto sul nostro conto corrente. Se l’algoritmo troverà delle incongruenze rispetto a quanto sostenuto nella dichiarazione dei redditi, scatteranno ulteriori controlli del Fisco. Il tetto di utilizzo del contante invece si abbasserà da 3mila a 2mila euro solo da luglio. Poi scenderà a 1.000 nel 2022.