Valute, la Lira turca torna sotto pressione dopo il downgrade di Moody's

Il downgrade del debito sovrano e le tensioni geopolitiche con la Grecia hanno spinto la Lira turca - una delle valute più instabili del momento - al nuovo minimo storico contro il dollaro a inizio settimana. 

La scure di Moody's penalizza la valuta Lira

valuta lira turcaMoody's ha declassato il rating sovrano del Paese da "B1" a "B2", avvicinandolo al livello "junk" (spazzatura). L'agenzia ha anche avvertito di una crisi finanziaria più profonda, elencando le vulnerabilità esterne del paese che potrebbero portare a una calamità della bilancia dei pagamenti. Ha inoltre aggiunto che i suoi strumenti fiscali si stanno erodendo. 


Nel complesso, Moody's mantiene una prospettiva economica negativa, anche perché le riserve di valuta estera della banca centrale rispetto al prodotto interno lordo sono ai livelli più bassi degli ultimi decenni. Colpa della CBRT, che ha fatto di tutto per sostenere la valuta Nazionale, incluso il raid delle sue riserve forex, che attualmente si attestano a $ 44,8 miliardi, in calo da oltre $ 80 miliardi all'inizio del 2020.

Al dramma si aggiunge anche il grottesco, visto che il presidente Erdogan quando ha appreso la notizia si è risentito, e in un discorso ha attaccato duramente - sbagliando  bersaglio - l'agenzia Standard and Poor's.

La valuta turca scivola

Il cambio USDTRY è salito verso quota 7,50, portando le perdite della valuta nazionale turca sul biglietto verde a circa il 21%. Molti trader che negoziano con i broker opzioni binarie non Esma, hanno puntato grosse cifre sul tracollo della valuta turca. Il valore a fronte dell'euro (EURTRY) ha invece raggiunto 8,9037 lire, per un calo del 25% da metà 2019.

Consiglio: quando si vuole fare investimenti sulle valute, occorre conoscere le figure più note. Ad esempio il triplo massimo e triplo minimo trading.

Dati macro passati in secondo piano

Nel frattempo sono aumentate le tensioni geopolitiche tra Turchia e Grecia si sono intensificate, e questo ha fatto passare in secondo piano anche alcuni dati incoraggianti sul fronte macro.
La buona notizia infatti arriva dall'aumento delle vendite al dettaglio interne del 9,5% a luglio, sia pure in calo rispetto al picco del 18% di giugno. L'aumento per il terzo mese consecutivo suggerisce comunque che la domanda interna è in ripresa. A luglio la produzione industriale è avanzata, così come la produzione automobilistica.