Economia, la ripresa è lenta e pende la spada di Damocle dell'aumento di contagi

Anche se i segnali di ripresa rimangono incoraggianti (+10,6% rispetto al secondo quarto dell’anno), l'incertezza causata dal continuo aumento dei contagi pende come una spada di Damocle sul recupero dell'economia. Ma soprattutto, alcuni settori economici sono rimasti pesantemente indietro. In special modo quelli della convivialità e del turismo in senso lato.

La fotografia dell'economia di Confcommercio

economiaA lanciare l'allarme è Confcommercio. Il suo Indicatore Consumi (ICC) resta in territorio negativo, malgrado sia in crescita. Inoltre la dinamica dell'economia italiana presenta notevoli differenze da settore a settore, con debolezze marcate specialmente per molti dei settori dei servizi.
L’indicatore dei consumi infatti registra, nel confronto annuo, un calo del 5,2%. Ma mentre per i beni il saldo risulta positivo per il 2,3%, per i servizi il dato permane in territorio negativo (-20,7%).

Andamento disomogeneo dei settori

Il recupero estivo ha solo parzialmente attenuato le forti riduzioni subite in precedenza. Nel caso del turismo, dei trasporti e delle funzioni legate al tempo libero, questi cali sfiorano o superano il 50%, se confrontati anno su annuo.

Anche se si analizzano le dinamiche tendenziali delle diverse funzioni di consumo, c'è una forte disomogeneità da settore a settore. Alcuni stanno recuperando (soprattutto i beni durevoli), mentre altri continuano a vivere una situazione di estrema difficoltà. In certi casi poi, il recupero sia pure forte, non è stato in grado di compensare il crollo avuto durante la pandemia (come per settore auto).

L'incognita Covid

Inoltre c'è il forte problema rappresentato dalle incognite sulle prospettive a breve. La pandemia in Europa infatti ha avuto una forte impennata, e questo sta spingendo molti Paesi a mettere in atto misure di contenimento. Anche se si tratta di misure più blande rispetto a quelle che abbiamo visto la scorsa primavera, comunque avranno un effetto frenante sulla ripresa dell'economia. Per l'Italia questo è un problema doppio, perché significa che i nostri più prossimi partner commerciali non alimenteranno il nostro export, e questo è grave anche per affrontare la crisi del turismo.