Borsa, cresce l'interesse verso le IPO. Volumi d'affari da capogiro

I mercati finanziari globali sono sempre più attratti dalle IPO. Per chi non lo sapesse, si tratta delle offerte di titoli fatte al pubblico finalizzate alla prima quotazione su un mercato regolamentato (IPO sta per Initial Public Offering). In sostanza, lo sbarco in Borsa.

Le IPO, la borsa e i mercati

borsa ipoMa perché è cresciuto l'interesse degli investitori al dettaglio verso queste operazioni? Probabilmente per l'enorme successo, con tanto di tam-tam mediatico, di alcune di esse. Si è così diffusa la convinzione che ogni IPO possa essere una occasione di profitto.
E così è scoppiata una sorta di IPO-mania. Lo scorso anno la quotazione in Borsa delle matricole è stata un successo, e questo avvio di 2021 si muove secondo un trend ancora maggiore.

 

A gioire sono soprattutto le grandi banche d'affari, che fanno da tramite per lo sbarco in borsa e per questo servizio incassano laute commissioni (Citigroup ha incassato così 21,1 miliardi, Goldman Sachs 18,6  e Morgan Stanley 13 miliardi).
Anche gli hedge funds più grandi al mondo hano puntato con forza sulle IPO.

Il 2021 è cominciato con il botto

Gli sbarchi in borsa previsti nel 2021 sono tanti. Forse anche l'impatto della pandemia ha spinto molte aziende a cercare nuovi capitali attraverso l'avventura di Borsa.
Finora, in questo primo trimestre dell'anno, il valore delle IPO a livello mondiale è arrivato a superare i 200 miliardi di dollari, con una crescita del 524% rispetto all'anno precedente. Va però detto che questo risultato è drogato dalla pandemia, visto che i progetti di IPO previsti lo scorso anno, in molti casi sono stati rinviati.

A recitare la parte del leone sono gli Stati Uniti. I debutti in Borsa hanno infatti raccolto 117,6 miliardi di dollari quest'anno. Si tratta di un incremento del 1.169% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Viaggia bene anche l'Europa, dove il tasso di crescita segna +2.392% nel primo trimestre, anche se il valore delle IPO è un quarto di quello statunitense, pari a 31,1 miliardi di dollari a fine marzo.