Default evitato (per ora): Evergrande paga 83,5 milioni di interessi sui bond

Per adesso il crack è stato evitato. Di un pelo, ma è stato evitato. Evegrande ha pagato gli interessi sui bond offshore che erano scaduti il 23 settembre scorso, proprio in tempo per evitare il default tecnico.
Dal momento della scadenza infatti hanno iniziato a decorrere 30 giorni di tempo per evitare la dichiarazione di insolvenza: questo periodo di tolleranza sarebbe scaduto sabato.

Sul filo di lana evitato il default

default evergrandeEvergrande ha effettuato il pagamento ai detentori stranieri di bond versando il denaro su un conto di Citigroup, come ha riportato il quotidiano cinese Securities Times. Dopo che la notizia è stata diffusa, sulla piazza di Hong Kong il titolo dello sviluppatore immobiliare ha registrato un rimbalzo positivo di quasi l'8%.

Umore in altalena

Il pagamento arriva dopo alcune dichiarazioni rascciuranti fatte da Pan Gongsheng e Liu He (vice governatore e capo del Gruppo di stabilità finanziaria), sulla scia di quelle fatte dal Governtaore Yi gang, che aveva detto "Evergrande è controllabile".
L'umore era ben diverso un paio di giorni fa, dopo che era fallita la trattativa per la cessione di parte degli asset di Evergrande a Hopson (cosa che aveva provocato un altro crollo in Borsa).

I problemi di Evergrande restano

Comunqe, il pagamento non ha certo ribaltato una situazione che rimane drammatica. Lo spettro del default è meno incombente, ma resta sullo sfondo. Il focus si sposta infatti sul pagamento di altri 573 milioni di dollari in interessi per bond, che scadono entro la fine dell'anno. Nel 2022 vanno a maturazione 7,7 miliardi di dollari di obbligazioni.
Insomma per Evergrande rimane un'impresa la riduzione del debito da oltre 300 miliardi di dollari. Questo a sua volta tiene i mercati con il fiato sospeso per via del possibile rischio contagio a livello globale.

Inoltre anche se per adesso il default di Evergrande è scongiurato, la resa dei conti nell’immobiliare cinese è vicina. Le autorità non recedono dalla stretta al credito sull’immobiliare, sotto pressione del governo per ridurre la leva finanziaria.