Bancarotta Evergrande: parte la richiesta della tedesca DMA

Il caos attorno al colosso immobiliare Evergrande torna a farsi fitto. Secondo l'Agenzia Bloomberg, l'azienda cinese probabilmente ha evitato ancora una volta la bancarotta per il rotto della cuffia, poiché ha rimborsato le cedole di "almeno due bond su 3".


Il problema è quel "almeno", perché nel frattempo si è fatta avanti la società di consulenza tedesca DMA (Deutsche Marktscreening Agentur), che ha preannunciato l'avvio della procedura di insolvenza, non essendo stata pagata. Probabilmente si fa riferimento proprio agli interessi sulla terza obbligazione.

DMA richiede la bancarotta

bancarotta evergrandeDMA ha emesso una nota alla stampa, dove evidenzia come Evergrande avrebbe lasciato trascorrere 30 giorni dal mancato pagamento di due emissioni obbligazionarie scadute a fine settembre.


Si tratta di bond nei quali la stessa azienda tedesca ha investito denaro. Non avendo ricevuto gli interessi promessi, dichiara di aver cominciato a preparare l'azione di bancarotta. DMA inoltre ha espressamente invitato tutti gli obbligazionisti ad aggregarsi alla sua azione.

 

Va ricordato che il 10 novembre scadeva il periodo di tolleranza di 30 giorni per il mancato pagamento delle cedole. In questo round di scadenze, gli interessi da pagare ammontavano a 148 milioni di dollari (129 milioni di euro).

Torna il timore di contagio sistemico

Evergrande ha debiti complessivi per 305 miliardi e nel 2022 il gruppo dovrebbe rimborsare titoli in dollari per 7,4 miliardi. Il colosso cinese è sull'orlo della bancarotta da diverse settimane, e si temono potenziali ricadute non solo sull'economia cinese, ma in tutti i mercati mondiali.
L'incapacità della società di pagare il proprio debito infatti potrebbe danneggiare banche, sviluppatori immobiliari e persino gli acquirenti di case nel paese.

 

Finora Evergrande ha schivato la bancarotta riuscendo a saltare da una scadenza all'altra, spesso pagando i suoi debiti proprio all'ultimo minuto. Spesso senza spiegare come, e altrettanto spesso senza neppure dicendo pubblicamente di averlo fatto.