Economia italiana, l'ISTAT migliora la stima del PIL del secondo trimestre

L'Istat ha diffuso l'ultima fotografia dell'economia italiana, a cominciare dalle stime sul PIL che sono migliorate nel secondo trimestre.

Dati PIL sul secondo trimestre economia italiana

economia italianaSecondo i dati dell'istituto di statistica, la crescita tendenziale dell'economia italiana (ossia anno su anno) è migliorata, passando da un + 4,7% a un +5% nel secondo trimestre dell'anno.
A livello congiunturale invece, su base trimestrale il Pil del secondo trimestre è aumentato dell'1,1% rispetto a quello precedente.

 

La variazione acquisita del PIL per il 2022 è pari al +3,6%, in aumento di 0,1% rispetto a quella rilasciata in precedenza.

Debito, entrate e uscite

Sempre nel secondo trimestre, l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil, è stato pari al -3,1% (-7,6% nello stesso trimestre del 2021).
C'è stata quindi una forte riduzione tendenziale, che prosegue il percorso di miglioramento di questo aspetto dell'economia italiana iniziato nel primo trimestre.
Mentre le uscite totali sono diminuite dello 0,4% rispetto al corrispondente periodo del 2021, le entrate totali nel secondo trimestre sono aumentate in termini tendenziali dell'8,5%.

Pressione fiscale in salita

Intanto la pressione fiscale è salita al 42,4% nel secondo trimestre, aumentando di 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Cala il potere d'acquisto

Sempre nel secondo trimestre, va evidenziato l'aumento del reddito disponibile delle famiglie consumatrici, salito dell'1,5% rispetto al trimestre precedente. I consumi sono cresciuti del 4,1%, mentre il tasso di investimento delle famiglie consumatrici è stato pari al 7,3%, +0,2% rispetto al trimestre precedente.
A fronte di un aumento del deflatore implicito dei consumi pari anch'esso all'1,5%, il potere d'acquisto delle famiglie ha registrato una flessione lieve (-0,1%) nonostante l'impatto negativo dell'aumento dei prezzi. Il tasso di risparmio delle famiglie è diminuito di 2,3 punti percentuali attestandosi tuttavia ancora su livelli più alti rispetto al periodo pre-pandemico.