Spesa pubblica, nell'ultimo decennio l'Italia ha vissuto una crescita del 27%

Anche se si parla da tempo di spending review, la realtà ci racconta una storia un po' diversa. Infatti la spesa necessaria per far funzionare la pubblica amministrazione, anziché scendere negli ultimi dieci anni è cresciuta addirittura del 27%. Nello stesso lasso di tempo, l'inflazione è cresciuta poco più della metà, il 14%.

I dati sulla spesa

spesa pubblicaA fornire i numeri è l'ufficio studi della Cgia Mestre. Lo scorso anno la spesa complessiva per il funzionamento dello Stato è stata di 115,2 miliardi di euro, un nuovo record assoluto. Si tratta di 24 miliardi di euro in più rispetto a quelli che si spendevano nel 2012 (+27%).

 

Peraltro va sottolineato che neppure la metà di questo importo è servito a realizzare investimenti, o implementare i servizi o realizzare costruzioni e opere di pubblica utilità.

Le spese che incidono di più

Se andiamo ad analizzare le varie voci di spesa, si scopre che le prime 10 rappresentano il 70% di quella totale. Soprattutto, quella che incide in modo forte è la spesa sanitaria. I servizi ospedalieri sfiorano infatti i 20 miliardi, mentre i servizi ambulatoriali superano di poco i 10 miliardi. I prodotti medicinali, le attrezzature e gli apparecchi terapeutici sono costati 7,7 miliardi.


Va sottolineato che negli ultimi anni una spinta forte alle spese della pubblica amministrazione l'hanno data prima la pandemia e poi dalla rincaro del costo dell'energia. Per fare un esempio, con la pandemia la spesa sanitaria è schizzata verso l’alto di 4 miliardi di euro.

 

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Il confronto

Se facciamo un confronto con gli altri paesi europei, in Italia la spesa dei consumi intermedi della sanità risulta particolarmente elevata (2,5 per cento del Pil), rispetto a quella spagnola (2 per cento), francese (1,1 per cento) e, in particolar modo, tedesca (0,8 per cento).


In generale, per il funzionamento della pubblica amministrazione viene speso il 6,2% del PIL, che tutto sommato è abbastanza simile alla percentuale tedesca e solo poco di più di quella spagnola. Molto più ampio invece è il divario con la Francia  (+5,1% per cento del Pil).