Imprese, le PMI a carattere familiare hanno un destino segnato

La quasi totalità delle imprese italiane è di piccole e medie dimensioni. Tra queste, sette su dieci sono di carattere familiare, e purtroppo non sopravvivono al terzo passaggio generazionale.

Una finestra sulle imprese

impreseLe statistiche sulle imprese italiane ci raccontano dei dati sui quali occorre fare delle riflessioni, dal momento che riguardano la loro sopravvivenza. Peraltro sono dati che vanno tenuti fortemente in considerazione, visto che l'Italia ha un primato europeo in quanto ad aziende familiari.

In teoria anche le imprese a carattere familiare avrebbero la possibilità di vivere eternamente, ma la realtà ci racconta che nel passaggio di padre in figlio non sempre le cose funzionano. Per questo difficilmente le aziende sopravvivono oltre il terzo passaggio generazionale.
In realtà non c'è nulla di prestabilito o una qualche sorta di maledizione sulle imprese familiari, perché la vera discriminante tra sopravvivere o meno è legato a buon governo delle aziende.

Le difficoltà di passaggio di consegne

Il compito più difficile per garantire la sopravvivenza alle imprese è quello di programmare e gestire con l'efficienza del passaggio delle consegne.


Per la buona riuscita occorre che il gruppo familiare interiorizzi a dovere la concezione di impresa e faccia discendere da questa tutte le decisioni per proiettarsi nel futuro.

 

Non si tratta quindi solo di tramandare la conoscenza, ma creare un terreno fertile affinché gli eredi possano portare il loro contributo arricchendo l'esperienza pregressa. Ed è proprio qui che spesso si crea il corto circuito gestionale, motivo per cui le imprese familiari italiane non riescono ad andare oltre il terzo passaggio generazionale.

Errori dei padri e dei figli

Le colpe vanno divise equamente. Il padre fondatore è spesso titubante e diffidente nei confronti delle novità che vogliono apportare i figli. Spesso non li considera pronti quando invece lo sono, altre volte li considera pronti quando invece non lo sono.
A volte però sono proprio i figli a voler eccedere nei cambiamenti, disperdendo così quel patrimonio di conoscenze e ricchezza costruito dai padri.