In risposta alla transizione 4.0, le imprese italiane sono sempre più a caccia di lavoratori che hanno competenze digitali. Questa ricerca però si scontra con una realtà che non offre i candidati idonei a ricoprire le posizioni di lavoro offerte.
Skill cercate per il lavoro
L'indagine “Competenze digitali, 2022” (Unioncamere e Anpal) ha evidenziato che per le imprese le competenze digitali di base sono un requisito per occupare una posizione di lavoro nel 64% dei casi. Candidati di questo genere sono richiesti da circa 3,3 milioni di imprese, in crescita del 3,5% rispetto a numeri del 2021.
Inoltre sempre nel 2022, quasi il 70% delle imprese ha investito nelle tecnologie digitali. Ma per questa svolta occorrono sempre più figure specializzate. Occorrono
analisti, progettisti di software, ingegneri elettronici e in telecomunicazioni, ingegneri energetici e meccanici.
Ricerca difficile
Tra le figure tecniche spiccano i programmatori, i tecnici web e quelli esperti in applicazioni, ma anche i tecnici dell’organizzazione della gestione dei fattori
produttivi.
La ricerca da parte delle imprese non ha successo nella maggior parte dei casi. Più è complesso e strutturato il profilo richiesto, maggiore è la probabilità di insuccesso.
L’indagine evidenzia infatti che più sono importanti le skill necessarie, più sarà difficile trovare un candidato giusto.
Multiskill
La difficoltà di reperimento raggiunge il 47,3% della domanda nel caso in cui si cerchino profili in possesso di un mix di almeno due competenze digitali (+7,1% rispetto al 2021). E' uno scenario abbastanza frequente nelle aziende: circa 823mila cercano infatti professionisti con una combinazione di almeno due competenze digitali (rispetto alle 646mila dell’anno precedente).
La percentuale più alta di questo mix (54,1%) riguarda i diplomati delle Accademie ITS, dimostrando l’importanza di questi percorsi formativi nella trasformazione digitale e nella risposta alle esigenze del mondo imprenditoriale e produttivo.