Banche, torna l'interesse attorno alle nozze Mps-Banco Bpm

Per un po' di tempo la corsa degli utili (in special modo quelli da margine di interesse) aveva relegato il discorso sulle fusioni tra banche in secondo piano. Adesso però i rumors sono tornati a catalizzare l'interesse. A maggior ragione perché riguardano la più chiacchierata delle banche: MPS.

La fusione con MPS vivacizza il settore delle banche

bancheNel mondo finanziario si è tornato a parlare con insistenza delle possibili nozze tra l'istituto senese e Banco BPM, cosa che ha dato slancio ai rispettivi titoli a Piazza Affari (tra i migliori per l'intera seduta di mercoledì).


Del resto è in questa direzione che deve spingere il ministero del Tesoro, che di MPS è ancora azionista al 64,2%. In agenda c'è proprio l’accelerazione del suo disimpegno, perché gli accordi con l’Europa lo impongono. E se fino a qualche tempo fa l’uscita del Tesoro da Mps era un’impresa ardua, adesso potrebbe spuntarla.

Plusvalenza importante

Peraltro una risoluzione della vicenda sarebbe un importante contributo per le casse dello stato. Secondo alcuni analisti il MeF, grazie soprattutto alla corsa del titolo MPS in Borsa, potrebbe ottenere una plusvalenza intorno ai 400 milioni di euro. Questo a fronte della sottoscrizione all’aumento di capitale di un anno fa da 1,6 miliardi (2,5 miliardi la ricapitalizzazione complessiva).

Oltre BPM chi c'è?

Banco BPM non è l'unico istituto candidato (almeno secondo i mercati) alle nozze con Siena. Ci sono almeno altre due banche che potrebbero muoversi sullo sfondo: Unicredit e Bper.

 

Nel 2021 Unicredit aveva chiesto un «contributo» attorno ai 5 miliardi per salvare il Monte, ma poi la richiesta si era gonfiata fino a 8,5 miliardi e a quel punto il Ministero dell’Economia avevano chiuso le porte della trattativa. Ma oggi Mps è una banca completamente diversa da allora, molto più solida e in forte slancio (e ieri ha collocato un bond da 500 milioni di euro con cedola al 6,75%).

 

Più defilata Bper, reduce dall’aggregazione con Carige, dopo le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Banca Pop Er, Piero Montani, per il quale non c'è interesse a una aggregazione tra i due gruppi bancari.