Questa maledetta inflazione non ne vuole sapere di arrendersi. Nonostante da diversi trimestri le banche centrali stiano alzando il costo del denaro per spingere al ribasso i
prezzi, la frenata è troppo lenta.
Ne viene fuori uno scenario dove i consumi alimentari sono minori rispetto allo scorso anno, ma quando si va alla cassa s'è pagato più dell'anno scorso.
I dati ISTAT sui consumi alimentari
Una situazione del
genere non è alla lunga sostenibile per le famiglie. Se poniamo come 100 la spesa dell'anno scorso per riempire il carrello al supermercato, quest'anno l'importo da pagare è
salito a 107. Ma con il non trascurabile dettaglio che si mette dentro il carrello una busta in meno. Consumi minori, ma spesa maggiore.
A raccontarcelo sono i numeri di ISTAT sulle vendite al dettaglio. Nei primi 8 mesi del 2023 le vendite dei beni alimentari sono cresciute del 6,9% in valore. Ma se consideriamo le vendite in volume, c'è stata una discesa del 4,5%. Ci siamo portati a casa di meno, rispetto al periodo gennaio-agosto del 2022, ma abbiamo pagato di più.
Il boom dei discount
Questo spiega anche un altro dato, altrettanto eclatante. Analizzando le vendite al dettaglio per tipologia di esercizio della grande distribuzione, si vede che
l'incremento più forte lo hanno registrato i discount alimentari, dove le vendite al dettaglio sono salite del 9,5%. Decisamente di più rispetto all'incremento avuto da
supermercati (+7,5%) e ipermercati (+6,5%).
Significa che le famiglie si stanno indirizzando sempre di più verso quegli esercizi dove è possibile risparmiare.
Comportamenti e soluzioni
Questa situazione così distorta tra consumi alimentari in calo e prezzi in salita non potrà essere cancellata dal pur lodevole trimestre anti inflazione, che è cominciato a inizio ottobre. Ma si può rosicchiare qualcosa anche attraverso
comportamenti che evitino sprechi e puntino su prodotti di stagione. La differenza infatti rispetto a un anno fa è troppo evidente, e l'unico modo per colmarla è abbattendo l'inflazione
stessa.