Quotazione dell'oro attorno ai 2 mila dollari, ecco cosa sta succedendo...

Un mix di fattori che sta caratterizzando lo scenario globale, ha spinto la quotazione dell'oro verso la corsa ai 2000 dollari negli ultimi giorni. Anche se si sta assistendo a un ripiegamento del prezzo, la richiesta di metallo prezioso rimane ancora alta.

Gli ultimi dati sulla quotazione dell'oro

oroLo scorso 27 ottobre al Comex, il metallo ha toccato quota 2.009,29 euro l'oncia, anche se per pochi attimi, al mercato spot di Londra. Poi c'è stata una piccola frenata, in concomitanza con la ripresa del dollaro, come ben sa chi adotta una strategia forex intraday trading. La corsa della quotazione dell'oro è propiziata soprattutto dalle crisi, di qualsiasi tipo esse siano.

 

E' accaduto così nel 2020, quando scoppiò la pandemia da Covid. E' accaduto così anche a inizio 2022 quando c'è stata l'invasione russa in Ucraina. E' successo di nuovo durante la primavera scorsa, con quella che è stata definita una «mini-crisi» bancaria (il default di Credit Suisse).
E sta accadendo così anche adesso, che il mondo si dimena tra crisi internazionali, finanziarie e le mosse delle banche centrali.

La guerra a Gaza

L'ultimo picco però ha due ragioni precise. La prima ci porta in Medio Oriente: la guerra scoppiata tra Israele ed Hamas, con i timori di allargamento del conflitto, hanno spinto gli investitori verso i beni rifugio. Un dato lo rende evidente: il 7 ottobre, giorno dell'assalto dei miliziani di Hamas, la quotazione dell'oro era quota a 1.832 dollari l’oncia. Tre settimane dopo ha superato i 2 mila dollari, secondo i dati che vediamo sul broker binario Pocket Option Italia.


Tra gli investitori ci sono soprattutto gli hedge funds: hanno comprato 105 mila lotti nelle due settimane al 24 ottobre, cioè 10,5 milioni di once (297,7 tonnellate).

Gli acquisti a piene mani delle banche centrali

La seconda però riguarda il comportamento delle banche centrali di diversi Paesi, che hanno accresciuto le loro riserve auree: nei primi nove mesi del 2023 hanno accumulato 800 tonnellate, circa un terzo della produzione mineraria nello stesso periodo. Pochi mesi fa il World gold council riteneva "improbabile" che le banche centrali avrebbero eguagliato i volumi record dell’anno scorso. Nell'ultimo report invece la versione diventa: "sembra quasi certo che sarà un altro anno di acquisti colossali".