La lunga epoca dei tassi di interesse in rialzo e dell'inflazione elevata ha spinto molte famiglie a ridurre drasticamente i consumi. Molti cittadini hanno dovuto tagliare le spese di tutti i giorni, e in generale hanno avuto forti ripercussioni sulla loro "salute finanziaria".
Il costo della vita e l'impatto sulle spese
Una fotografica della situazione è stata fornita di recente dall'European Consumer Payment Report (ECPR), che è una ricerca basata sulle esperienze di spesa di 20mila consumatori in 20 Paesi europei. Da quello che viene fuori, il quadro del benessere dei consumatori italiani è poco incoraggiante.
Poco più della metà degli intervistati italiani ha detto di avere meno denaro a disposizione rispetto a un anno fa, dopo aver acquistato i beni essenziali e
pagato le bollette. Sotto questo aspetto, non sia messi tanto peggio rispetto ai nostri "colleghi" europei (dove si arriva al 49%).
I tagli sempre più frequenti
Di fronte all'aumento del costo della vita, bisogna andare a fare dei tagli alle voci di spesa non essenziali. Secondo il 71% le vacanze saranno la prima cosa che ne risentirà. Il 77% dichiara che potrebbe spendere meno per il Natale.
Ma c'è chi è costretto a tagliare anche le spese di tutti i giorni, parliamo del 68% delle persone. Il 60% dovrà attingere ai propri risparmi per far fronte alle esigenze
essenziali e saldare i pagamenti dovuti. Inoltre circa il 20% ha ammesso di aver dovuto chiedere un prestito negli ultimi 6 mesi per pagare le bollette (e il 28% almeno una volta non è stato
puntuale negli ultimi 12 mesi), perché i rincari energetici li hanno messi in ginocchio.
Le conoscenze finanziarie aiutano
In questo scenario, l'indagine evidenzia che i consumatori con una buona educazione finanziaria saranno avvantaggiati. Infatti si sentiranno meno disorientati di fronte a queste
difficoltà, e saranno maggiormente capaci di avere il controllo delle finanze personali, adattandosi al contesto e pianificando meglio le proprie decisioni. Questo testimonia che
l'educazione finanziaria sia un investimento non solo nel proprio benessere finanziario, ma anche nella qualità di vita più in generale e nell'ottimismo rispetto al futuro. Il guaio è che
soltanto il 29% degli intervistati afferma di avere solide competenze.