Mercati finanziari, recessione e inflazione ormai non fanno più paura

L'ultimo spicchio del 2023 si sta caratterizzando per una inaspettata fiducia nel futuro da parte dei mercati finanziari. Al punto tale che si risente pronunciare la parola deflazione, come non accadeva dalla fine del 2020.
A quel tempo era da poco cominciato l'incubo Covid, e il rendimento del Treasury a 10 anni era precipitato allo 0,5%, complice la politica ultra-accomodante delle banche centrali.

L'ottimismo dei mercati finanziari

mercatiLa deflazione, ossia la diminuzione generalizzata dei prezzi, è stata l'obiettivo di FED, BCE e delle altre banche centrali per circa 2 anni. Per raggiungerla hanno alzato i tassi di interesse ripetutamente, anche a costo di soffocare l'economia - che usciva faticosamente dalla pandemia - e rischiare di provocare la recessione. Uno scenario che i mercati finanziari davano praticamente per certo, bisognava solo capire quando sarebbe cominciata e quanto sarebbe durata.


E invece la recessione non solo non c'è stata, ma ultimamente l'inflazione ha avuto una frenata robusta (un po’ superiore alle attese) per sentir riparlare di deflazione.

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Il rally delle borse

Questo è bastato per dare una forte spinta ai mercati finanziari. Gli operatori di Wall Street restano prudenti sulla crescita del Pil, ma s’aspettano il primo taglio dei tassi già a maggio e questo ha spinto le borse in netto rialzo.

 

Stiamo così assistendo al consueto «rally di Santa Claus». La borsa americana, imitata da quelle europee e dal giapponese Nikkei, ha già recuperato oltre il 10% dai minimi relativi di fine ottobre (fonte dati Pocket Option nuovo link). Soprattutto son tornati a comprare i grandi fondi internazionali, che negli ultimi mesi avevano scaricato titoli dai loro portafogli. Adesso invece fanno compere a tappeto (a dire il vero, soprattutto azioni americane e giapponesi).

Troppa fiducia?

L'ottimismo tuttavia sembra esagerato, come avvertono gli esperti di Goldman Sachs. Secondo loro l’inflazione Usa scenderà al 2,4% a dicembre 2024, il Pil crescerà del 2,1%, e i primi tagli della FED ci saranno solo nell’ultimo trimestre del prossimo anno. Il rischio di recessione è appena del 15%, ossia del tutto trascurabile. Comunque, sono rimasti davvero pochi a prospettare una seria contrazione dell’economia in Europa e America.