Quella che un tempo veniva considerata la locomotiva d'Europa rischia adesso di mettere un freno allo slancio già blando dell'economia Europea. La Germania è ufficialmente entrata in recessione nel 2023, a causa del calo dello 0,3% del prodotto interno lordo dell'ultimo trimestre dell'anno.
I motivi della recessione
La ragione principale per cui la Germania è finita in recessione riguarda la crisi del settore industriale, che produce circa un quinto della ricchezza del
paese.
A causa della contrazione della domanda interna per via dell'inflazione, unitamente alla riduzione dell'export (specialmente in Cina e negli USA) e infine anche per via dell'impennata dei costi energetici, la produzione del settore industriale tedesco è scivolata del 9% più in basso rispetto all'epoca pre-Covid. Peraltro non ci sono segnali di inversione del trend all'orizzonte.
Ma oltre alle difficoltà del settore industriale, ci sono anche quelle della manifattura che ha chiuso il 2023 con un leggero calo.
Il dato eclatante
A rendere chiaro il quadro delle difficoltà che stanno attraversando le industrie tedesche è il crescente numero di imprese che ha dichiarato fallimento.
L’ultimo caso è quello della Galeria Karstadt Kaufhof, la catena di grandi magazzini (rischia la bancarotta per la terza volta in tre anni). A inizio anno anche il produttore di borse Bree, con
sede ad Amburgo, aveva dichiarato bancarotta.
Rischio contagio per l'Europa
L'entrata in recessione della Germania non è per nulla una buona notizia neppure per l'Italia e il resto d'Europa. Uno scenario così complesso infatti rende difficile per la BCE identificare il momento più opportuno in cui cominciare il taglio dei tassi di interesse. Proprio questa incertezza del resto si riflette sull'andamento dell'Euro rispetto al Dollaro. Il cambio EUR-USD si muove dentro uno stretto range poco sotto quota 1,10 (Se volete negoziare questo rapporto di cambio, chiedetevi prima come sapere se un broker è affidabile).
La recessione tedesca rischia poi di avere un peso specifico maggiore per l'Italia, visto che parliamo del primo mercato di sbocco per le nostre esportazioni, e che molte delle nostre industrie sono integrate nelle catene globali del valore che coinvolgono quelle tedesche.